EAST POINT
L’area su cui viene edificato il complesso East Point, sita sulla via Emilia Est, immediatamente dopo l’incrocio con la tangenziale cittadina, viene acquisita nel 1992. Vi sorgevano in precedenza il motel Agip e il distributore del metano, uno dei primi in Italia. La zona viene divisa in tre lotti per fabbricati ad uso civile, due direzionali e uno a vocazione alberghiera.
Costruttivamente i due complessi hanno una struttura portante in cemento armato: interrato a muri pieni; primo solaio in cemento armato con uno spessore di 34 centimetri; secondo solaio con un’elevazione in pilastri in cemento armato di 120 X160 centimetri, ed uno spessore di 34. Il terzo solaio è in pannelli alveolari autoportanti, mentre il quarto ha un’elevazione mista cemento armato e pali in ferro, con solaio misto in ferro e laterocemento.
La copertura è realizzata con quattro vele in ferro e vetro. Vista la natura del suolo, si è realizzata una sottofondazione speciale in jet grounding (pali di profondità varie fino a 15 metri e diametro 140 centimetri con cemento ad espansione per comprimere il terreno). Al secondo piano sono stati realizzati dei giardini pensili con funzione estetica e di isolamento termico per il piano sottostante.
La cubatura totale fuori terra di ogni fabbricato e di metri cubi 30.340. Per realizzare ciascun fabbricato sono stati necessari 3.500 metri cubi di cemento e 100.000 chilogrammi di ferro. Per ciascuno di essi sono stati inoltre utilizzati 2.400 metri quadri di ceramica 30X60 a rivestimento esterno incollato.
TORRE DELLE VINACCE
Un cinema multisala e una torre destinata al terziario nel comparto Ex-Vinacce. Queste, due delle realizzazioni con cui Costruzioni Generali Due ha partecipato a uno dei progetti di riqualificazione urbana. La risistemazione del comparto Ex-Vinacce, così denominato dalla presenza di un’importante industria di distilleria chiusa alla fine degli anni ‘90, si colloca all’interno della riqualificazione della “fascia ferroviaria – quadrante nord”, dedicata alla zona nord della città, il cui principale obiettivo è realizzare il recupero di rilevanti comparti urbani, dismessi o in via di dismissione, per ridisegnare un nuovo quartiere polifunzionale.
Il comparto Ex-Vinacce, compreso tra il cavalcavia Cialdini, e le vie delle Suore, Parenti e Razzabuoni, è un’area di grande importanza strategica dal punto di vista urbano, di cerniera fra il centro storico e la grande viabilità esterna. In posizione di rilievo rispetto al cavalca-ferrovia è collocato l’edificio a torre, anch’esso costruito da Costruzioni Generali Due, che dialoga con la torre HERA sull’altro versante del sovrappasso. L’edifico è diviso in due volumi verticali, collegati ai piani intermedi da passerelle: parti piene e parti vetrate, superfici curve e piane, si alternano in varie combinazioni. Un insieme a molte facce, che deve rappresentare un punto di riferimento visivo forte per chi proviene dalla tangenziale. Un unico atrio, sottolineato da una pensilina a forte aggetto, immette ai due punti di collegamento verticale scale/ascensori). Per i piani settimo, ottavo e nono, destinati alla medesima azienda, è stato realizzato un collegamento scala-ascensore interno.
CINEMA VICTORIA
Il Cinema Multisala Victoria, in via Ramelli, il più grande di Modena con le sue nove sale per la proiezione contemporanea di 9 film diversi, prende solo una porzione del complesso costruito dal consorzio Cesa sull’area edificabile di 40mila metri quadrati ricavata sui 58mila dell’intero comparto Ex-Vinacce.
Esternamente l’edifico, concepito secondo il gusto e lo stile contemporaneo più ragionato, è caratterizzato da forme lineari e sobrie, dall’uso di ceramiche, pannelli, pareti ventilate che creano un effetto differenziato tra i vari volumi, e da maxi-scritte applicate al complesso, leggibili dal cavalcavia Cialdini, citazioni di noti film.
Articolato su vari piani, il Multisala Victoria è un concentrato di architettura, funzionalità e tecnologia. Le due sale principali con schermo da 17 metri per 9 hanno 378 posti ciascuna, le quattro medie ne contano 205 ognuna, e le tre piccole sono da 129 spettatori. Al primo piano accoglie il pubblico un’area d’attesa con bar e tavolini, vetrine allestite con materiali di storia del cinema, gigantografie dei divi più famosi. Al secondo piano si collocano gli ingressi alle nove sale e altri punti di ristoro. All’esterno serve l’edificio un’ampia zona parcheggio a fasce orarie: più di 1600 posti auto tra quelli esterni, su piazzale, e quelli interni, in seminterrato e sul tetto, che devono servire di giorno per gli uffici, il vicino centro commerciale e altri punti di lavoro e la sera per i frequentatori del cinema.
DIREZIONALE CORASSORI
Progettati dall’architetto Tiziano Lugli e costruiti da Costruzioni Generali Due nel 2003, gli edifici N3 e N4, che si affacciano sul viale Corassori, si collocano nella vasta area urbana del “Comparto Corassori” – il quadrante compreso tra via Giardini, via Formigina, Strada degli Schiocchi e via San Faustino – il cui sviluppo urbanistico è stato sostenuto e realizzato tra il 1998 e il 2004 dalla felice collaborazione tra il comune di Modena e i soggetti imprenditoriali privati che avevano dato vita ad Agoracinque.
Situato in posizione strategica tra centro e nuova periferia, cerniera tra i tessuti urbani di più recente espansione e la città di più vecchio impianto postbellico, il comparto Corassori è stato oggetto negli anni ‘90 di un complesso ed articolato intervento di sviluppo e riqualificazione della propria organizzazione urbana, che ha posto Modena al centro del dibattito urbanistico e ha dotato questa parte di città di 500 nuovi alloggi. Settemila metri quadrati di spazi commerciali, ventimila metri quadrati di uffici, mille laboratori, un parco, ampi spazi verdi, un palazzetto dello sport, cinque piazze, parcheggi, percorsi pedonali e ciclabili.
Criteri essenziali dell’ampio progetto di recupero urbano sono stati l’uso del nuovo come connessione e riqualificazione di parti esistenti di città e la concentrazione del costruito in funzione del mantenimento dei caratteri di continuità e respiro degli spazi verdi. Insieme al controllo delle altezze, questi aspetti hanno permesso la costituzione di strutture con una compattezza e una continuità di disegno tali da costruire un elemento di chiarimento per il contradditorio sistema edilizio circostante.
Alcuni di questi caratteri risultano ben evidenti negli edifici N3 e N4, adibiti ad uso direzionale e commerciale, che insieme con l’edificio N5, costeggiano il viale Alfeo Corassori in prossimità del rondò e del suo congiungimento con la via Giardini. L’elemento architettonico che li caratterizza maggiormente è una sorta di “pelle tecnologica” che avvolge i fronti nord e risvolta parzialmente su quelli ovest ed est, colorando il viale e conferendo all’organismo continuità prospettica, nonostante la frammentazione volumetrica in tre corpi contigui.
Questo paramento, che si presta ad accogliere più precise ed intime funzioni tecniche in rapporto agli edifici e supporta all’esterno messaggi e informazioni utili alle attività, muta nel mattone verso l’interno, lungo la via Vellani Marchi dove l’accostamento con villette e palazzine residenziali richiede una diversa armonia.
CHIESA DI GESU’ REDENTORE
Nata il 9 settembre 2001 dalla fusione delle Parrocchie della Beata Vergine Immacolata e di San Giuseppe Artigiano, la Parrocchia di Gesù Redentore avvia il processo per la costruzione di un nuovo centro parrocchiale, che risponda alle esigenze delle due comunità riunite.
La parrocchia, sita nella zona sud-ovest della città di Modena, area che ha visto un imponente sviluppo edilizio e demografico nell’ultimo decennio, ha una popolazione di circa 14.000 abitanti. In collaborazione con il comune di Modena si individua nel lotto tangente via Leonardo da Vinci, compreso tra il polo scolastico e la polisportiva Corassori, l’area da destinare alla costruzione.
Il cantiere si impianta su una superficie di 19.000 metri quadrati. La costruzione nel suo complesso ha una pianta di 5.000 metri quadrati di cui: la Chiesa 1.800; la Casa della Carità 1.500; le Opere Parrocchiali 1.700. La cubatura totale è di 59.000 metri cubi l’altezza massima del campanile è di 22 metri. Per la costruzione sono stati impiegati: 750 tonnellate di ferro, 10.000 metri cubi di cemento (pari a 1.100 camion betoniera) il cantiere è durato 750 giorni.
I mesi della primavera 2008 sono impegnati dal completamento della costruzione delle opere parrocchiali e dalla sistemazione del sagrato. Il 4 maggio 2008 la chiesa viene dedicata dal vescovo Benito Cocchi con il rito solenne di dedicazione.
L’accostamento di lineari superfici di pietra e facciate trasparenti comunica serenità al visitatore; la luce zenitale e le grandi vetrate consentono l’ingresso di abbondante luce naturale, esaltando le forme geometriche, combinate con materiali naturali selezionati e mobilio essenziale. Una “corona di luce” nella zona perimetrale più alta cinge lo spazio assembleare, lo connette simbolicamente verso il cielo, enfatizzando il valore ascensionale delle pareti fin verso la grande vela del controsoffitto, che smaterializza l’importanza strutturale della copertura.
FINITURE PALAZZO BOSCHETTI
Il prestigioso Palazzo Boschetti è stato oggetto di un’attenta ristrutturazione, lasciando inalterate le strutture esistenti per un recupero duraturo e coerente con la personalità dell’immobile.
Il palazzo oggetto di questo intervento di restauro e ristrutturazione fu dimora dei Boschetti. L’immobile si sviluppa su tre piani e ha una pianta pressoché rettangolare, che nel fronte est, segue l’andamento sinuoso della via Sant’Agostino. Sull’altro lato, lungo viale Vittorio Veneto, è presente un’area cortiliva che conserva tracce dell’originario disegno del giardino signorile.
Gli esiti del progetto, volto a valorizzare la funzione residenziale, con interventi di restauro e risanamento conservativo, si possono così riassumere: ripristino e valorizzazione dei caratteri architettonici e decorativi dell’edificio mediante un insieme di opere di restauro dei fronti esterni; eliminazione delle opere incongrue (solai e scale di collegamento verticale) normativamente non compatibili e rifunzionalizzazione degli spazi ai piani, con l’inserimento di nuovi ascensori, per servire, unitamente alle scale esistenti, i diversi livelli di fruizione; rifunzionalizzazione degli spazi a terra e ai vari piani, con introduzione di nuove destinazioni e la riconversione di spazi non più congrui; sistemazione e modifica degli elementi strutturali della copertura e del terrazzo esistente sul tetto.